Gli angeli del SAR

Sono trascorsi otto anni da quel 23 ottobre 2008. Otto anni durante i quali non abbiamo mai terminato di pensare a loro come se fossero ancora con noi, come, del resto, sono tutti i colleghi che non ci sono più e con i quali abbiamo diviso gioie e dolori di questo meraviglioso Reparto che è il 15° Stormo. Ma il dolore per la perdita degli “Angeli del SAR” fu veramente atroce. È difficile accettare la morte, è pressoché impossibile accettarla quando questa avviene ancora nel pieno della giovinezza. I padri non devono mai sopravvivere ai figli: è contro natura. E quando ciò accade il dolore non può essere colmato, né calmato.

Ricordo ancora la scena del funerale a Brindisi. Non mi era mai capitato di vedere così tanti feretri insieme. Intorno ad ognuno di noi solo silenzio e lacrime. La celebrazione del rito religioso, l’omelia, poi, lentamente, le bare escono dall’hangar. Il piazzale è una distesa azzurra per quanti militari in uniforme sono presenti al Sacro rito. Poi, potente come non mai, una voce lancia l’urlo del MAMMAJUT (ed al solo rievocarlo mi si inumidiscono gli occhi) e tutto il 15° risponde con il suo AIUT. Questa volta è un grido di dolore, è un grido che fa uscire dal petto quella sofferenza che si è incuneata e che ci tormenta, è un grido che urla contro il fato e la sua atrocità.

Sentiamo ancora il vuoto che avete lasciato in noi, non vi dimenticheremo mai.

MAMMAJUT

M.S.

ricordo degli Angeli